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Secondo la banca, circa i due terzi dei certificati avevano una garanzia sul capitale, ma il rimanente terzo non aveva protezioni di sorta. «La nostra opinione è che le note non garantite oggi valgano zero. Gli investitori potrebbero però ottenere qualcosa dalla procedura di bancarotta – dice Lemkau -. In ogni caso, i rischi erano ben chiari nel prospetto d'acquisto». J.P. Morgan sostiene che il valore non protetto è di circa 30 milioni di dollari ma gli investitori dicono che potrebbe essere molto più alto.
Comunque vada a finire con gli investitori, la banca potrebbe trovarsi però a dover restituire i soldi. Negli Usa la legislazione sulla bancarotta autorizza il curatore fallimentare a recuperare denari distribuiti nell'ambito di una truffa. E non si può escludere che il liquidatore di Blmis adesso decida di chiedere la revocatoria dei fondi ritirati da Fairfield.
«Lo ritengo uno sviluppo probabile - conclude la fonte vicina a J.P. Morgan -. Soprattutto per remissioni così vicine nel tempo all'arresto di Madoff».
Claudio Gatti
*Giornalista investigativa del New York Times